Offendere la sensibilità degli altri è senza dubbio un fatto deplorevole, ma c’è chi si affanna a definire offensiva, quella immagine del Crocifisso che ci ricorda la Pasqua, e forse ci invita a considerare la sofferenza come maestra di vita, a qualsiasi età, pure tra i più giovani.
Niente benedizione pasquale anche nelle scuole comunali di Casalguidi (Serravalle Pistoiese). Una decisione che arriva dopo il caso di Bologna, già al centro di polemiche, e diventato oggetto di un ricorso al Tar.
In un istituto comprensivo di Bologna, di cui fanno parte tre scuole, due primarie e una secondaria di primo grado, la decisione di dare il via libera alla benedizione era stata assunta dal Consiglio d’Istituto, il quale aveva stabilito che la benedizione sarebbe dovuta avvenire in orario extrascolastico e solo con i bambini accompagnati dai genitori. Ovvero un atto deciso democraticamente, e anche studiato in modo che nessuno fosse costretto a “subire” la benedizione contro la propria volontà.
Un gruppo di genitori, difensori della “laicità” a tutti i costi, ha, però, deciso di ricorrere al Tar affermando che le benedizioni sarebbero contrarie al principio di laicità e aconfessionalità dello Stato e il Consiglio d’Istituto si sarebbe «arrogato senza motivazione un potere che non ha».
A Casalguidi, invece, è stato il parroco a dare la notizia in chiesa, al termine della messa pomeridiana, non nascondendo una certa amarezza. «Per il terzo anno consecutivo – ha detto – il consiglio d’istituto, ha deciso di evitare il rito cattolico, come forma di rispetto verso gli alunni che praticano altre religioni».
Il copione è sempre lo stesso, le tradizioni cattoliche vanno cancellate per uno strano concetto di rispetto verso gli altri. Il rispetto che doverosamente dobbiamo alle minoranze, non significa, però, che siano le minoranze stesse a imporre la dittatura.
Le foto che seguono, sono pubblicate sul sito www.dawaalhaq.com e testimoniano la devastazione che gli jihadisti dello Stato Islamico (Is) stanno compiendo, dallo scorso giugno, oltraggiando le nostre immagini sacre.
Due scenari diversi, due culture contrapposte, ma un unico obiettivo da perseguitare.
Campane tirate giù, icone sfregiate. E la croce divelta per sostituirla con la bandiera nera del Califfato.
Gli jihadisti dello Stato Islamico (Is) che hanno in mano Mosul si sono accaniti contro la chiesa e l’antico monastero di San Giorgio appartenente all’Ordine Antoniano di Sant’Ormista dei Caldei. Fonti irachene all’agenzia Fides , riferiscono che al momento la chiesa risulta essere ancora in piedi, contrariamente alle voci circolate sui media che parlavano di una sua totale demolizione tramite esplosivo.
Le croci che spiccavano sulla cupola e sul tetto del monastero erano state divelte dai jihadisti già a dicembre, analogamente a quanto è accaduto alle altre chiese sparse nei territori controllati dallo Stato Islamico. Le fonti locali confermano che a subire la devastazione è stato soprattutto il cimitero adiacente la chiesa, dove riposavano anche i corpi di molti soldati iracheni cristiani caduti durante il conflitto Iraq-Iran.
In tempi recenti, secondo notizie confermate da più fonti, il monastero di San Giorgio era stato usato dai jihadisti anche come luogo di detenzione. Dapprima erano stati portati gruppi di donne,e a dicembre vi erano stati trasferiti almeno 150 prigionieri bendati e ammanettati, compresi alcuni capi tribù sunniti oppositori dello Stato Islamico ed ex membri degli apparati di sicurezza, detenuti in precedenza presso la prigione di Badush.
“Siamo addolorati per quello che succede al monastero – dice suor Luigina, superiora delle suore caldee a Roma, nata e cresciuta a Mosul – ma confidiamo che alla fine ci penserà San Giorgio, che è molto potente, come sanno bene gli abitanti di Mosul, cristiani e musulmani, che gli sono tutti molto devoti”.
Incredibile decisione di una scuola di Firenze che cancella la visita dei ragazzi alla mostra di arte sacra con le opere di Chagall, Fontana, Picasso, Matisse e Van Gogh. Il motivo: “Venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche”.
FIRENZE – 12 novembre 2015. Niente mostra d’arte ai bambini: le opere sacre esposte, tra cui la Crocifissione bianca di Marc Chagall che è stata sistemata in Battistero a Firenze e davanti alla quale ha sostato il Papa, potrebbero collidere con la “sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra”. A decidere di annullare la visita all’esposizione, scrive oggi il quotidiano La Nazione, è stato il consiglio di interclasse della scuola elementare “Matteotti” del capoluogo toscano, “per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra”.
La mostra in questione “Bellezza divina”, allestita in Palazzo Strozzi è dedicata alla visione del sacro da parte di artisti come Van Gogh, lo stesso Chagall, Fontana, Picasso, Matisse e Munch. La decisione del consiglio di interclasse ha suscitato la reazione di diversi genitori, alcuni dei quali si sono appellati al fatto che la storia dell’arte è in gran parte basata proprio sull’arte sacra.